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Come Scegliere un Buon Olio Extra Vergine di Oliva

Quando arriva ottobre, penso sempre al nuovo olio d’oliva — quello ottenuto dalle olive raccolte tra adesso e dicembre, almeno nella mia terra d’origine, l’Abruzzo. Ricordo ancora quelle lunghe notti al frantoio. Da ragazzo guardavo affascinato, e più tardi nella vita ci tornavo come auditor, prendendo campioni di olio appena spremuto da portare in laboratorio… e naturalmente assaggiandolo sul pane caldo fatto in casa. Incredibile.

È passato un po’ di tempo dall’ultima volta che l’ho fatto, ma ogni ottobre questi ricordi riaffiorano insieme a una domanda: dove troverò un buon olio fresco quest’anno?

Intanto, qui a Londra, gli amici mi chiedono spesso: «Che olio buono posso comprare?» Ma la vera domanda è: «Quale olio decente posso trovare in un supermercato qualunque?» E credetemi, non è affatto facile. Sugli scaffali ci sono migliaia di bottiglie: etichette appariscenti, parole come fresco, salutare, biologico stampate ovunque. È disorientante.

Riformuliamo allora la domanda: come scegliere un olio decente senza farsi ingannare?

Pensatela così: come fare acquisti su un sito web con migliaia di prodotti. Non li scorri tutti, applichi i filtri finché restano solo le opzioni che vale la pena considerare. Faremo la stessa cosa: applicare filtri, uno dopo l’altro, tagliando via il superfluo. Alla fine probabilmente avrete eliminato il 90% di ciò che è in vendita — ed è un bene. Con l’olio d’oliva bisogna essere un po’ snob nel senso buono: leggere le etichette, fare domande e non accontentarsi mai di fregature o di trucchi di marketing.

Filtro 1: Tipo di Olio

Per cominciare, il requisito minimo è l’olio extra vergine di oliva (EVO). Tutto il resto, che sia Olio Vergine di Oliva, Olio di Oliva o Olio di Sansa di Oliva, si trova allo stesso livello basso: difettoso, di qualità inferiore, spesso raffinato e lontano da ciò che un vero olio d’oliva dovrebbe essere. Sul tema della sansa ho scritto di più qui: Olio di sansa d’oliva sulle tavole dei ristoranti? No, grazie!

Secondo me, nessuno di questi oli merita un posto sugli scaffali. Quindi lasceteli perdere.

Filtro 2: Contenitore

La bottiglia o il contenitore contano.

Plastica: da escludere. Non solo per il possibile rilascio di sostanze nell’olio (quando dicono che una plastica è “idonea al contatto alimentare”, in realtà significa “non abbiamo ancora dimostrato che è pericolosa”). Ma anche perché la plastica è economica. Nessun produttore orgoglioso del suo prodotto metterebbe mai olio di qualità in plastica.

Vetro trasparente: da escludere. L’olio d’oliva è sensibile alla luce. Se è in vetro trasparente, è più marketing (per farti ammirare il colore) che protezione dell’olio.

Bottiglie di ceramica: belle da vedere, ma perlopiù trovate costose. Spesso usate per vendere olio mediocre a prezzi premium. Lo stesso vale per bottiglie a forma di profumo. Trucchi di marketing.

Vetro scuro o latta: da preferire. Proteggono davvero l’olio e sono la scelta dei produttori seri.

Dopo questo filtro restano solo bottiglie in vetro scuro o lattine.

Filtro 3: Prezzo

Un olio EVO di qualità non può essere economico, ma non sempre un olio costoso è buono.

Ecco la realtà:

Comprando direttamente dai contadini in Italia oggi, mi aspetterei di pagare 12–15 € al litro (raccolto 2024), preso direttamente dal loro serbatoio in acciaio inox.

Nel Regno Unito non troverete EVOO per meno di 10 £ al litro.

Questo significa circa 8–10 £ per 750 ml o almeno 50 £ per 5 litri. Questo è per un EVO base, spesso senza gran sapore.

Un olio davvero ottimo, quello che comprerei volentieri da piccoli produttori, costa almeno 20 £ per 750 ml, 25–30 £ al litro, o circa 120 £ per 5 litri.

Quindi il filtro è semplice: se è troppo economico, non è buono.

Filtro 4: L’Etichetta

Le etichette sono la parte più ingannevole: piene di affermazioni, perlopiù senza senso. Ma ci sono cose che contano davvero:

Designazione del prodotto: deve dire Olio Extra Vergine di Oliva, con la dicitura “olio di oliva di categoria superiore ottenuto direttamente dalle olive e unicamente mediante procedimenti meccanici”. Nient’altro è accettabile.

Spremitura a freddo: scegliete solo oli che riportano questa dicitura. Per legge può comparire solo se l’olio è stato estratto sotto i 27°C. Questo è importante perché le basse temperature preservano antiossidanti, sapore e valore nutrizionale.

Origine: scegliete oli che dichiarano chiaramente un singolo Paese — Italia, Grecia, Spagna, Portogallo, Cipro. Se c’è scritto solo Unione Europea, lasciate perdere. Significa che è un miscuglio di quello che costava meno in quel momento.

DOP/IGP: Queste etichette (Denominazione di Origine Protetta / Indicazione Geografica Protetta) garantiscono autenticità e tracciabilità. Non assicurano la massima qualità, ma stabiliscono degli standard minimi.

Data di raccolta: meglio se indica mese e anno. Solo l’anno è accettabile. Nessuna data di raccolta = qualità più bassa o qualcosa da nascondere. Alcune bottiglie riportano “Raccolto XXXX–YYYY”, che significa che la raccolta è avvenuta tra la fine di XXXX e l’inizio di YYYY. È normale, ma senza il mese non sapete quanto sia davvero fresco.

Nota: “Crop 2024–2025” equivale a “Raccolto 2024–2025”. La data di scadenza (Best Before) è riportata sotto.

Produttore e imbottigliatore: idealmente devono coincidere. Altrimenti, l’imbottigliatore dovrebbe nominare chiaramente il frantoio o la cooperativa. La legge richiede nome e indirizzo dell’azienda, ma se vedete solo una formula vaga come “Confezionato nell’UE”, senza tracciabilità reale, prendetelo come un campanello d’allarme.

Data di scadenza (Best Before): come regola, non scegliete nulla con meno di 12 mesi residui. Questo è il minimo.

Polifenoli (Fenoli): se l’etichetta mostra il contenuto di polifenoli, non è solo marketing — per legge significa che l’olio è stato testato e certificato. Un alto livello di polifenoli indica che l’olio è, o almeno era al momento dell’imbottigliamento, di qualità superiore: più ricco di antiossidanti, più saporito e migliore per la salute.

Polifenoli dichiarati: significa che l’olio è stato testato e certificato. Un alto contenuto indica qualità superiore, più antiossidanti, più gusto e maggiori benefici per la salute.

Altri dettagli legali: valori nutrizionali, numero di lotto, indirizzo dell’azienda devono esserci, ma non dicono nulla sulla qualità.

L’Ultima Prova: Il Gusto

Dopo tutti questi filtri, la prova finale è sempre l’assaggio. Un EVO fresco deve sapere di fruttato, amaro e piccante — segno dei polifenoli. Sapore piatto, grasso o rancido? È olio scarso o vecchio.

Olio EVO fresco sul pane: il sapore deve essere fruttato, amaro e piccante — mai piatto o rancido.

Ho fatto la mia parte di degustazioni e test di laboratorio, e in futuro condividerò alcuni  risultati. Per ora avete gli strumenti per eliminare le fregature e trovare qualcosa di decente sugli scaffali. Scegliete con attenzione, gustate l’olio, e se trovate un eccellente EVO qui nel Regno Unito, fatemelo sapere. Mi farà piacere conoscerlo e provarlo.

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